In che cosa consiste la questione della lingua?

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In che cosa consiste la questione della lingua?

In che cosa consiste la questione della lingua?

Con l'espressione 'questione della lingua' si indica una disputa su quale modello linguistico adottare nella penisola italiana; sorta in ambito letterario, ebbe la sua fase più acuta agli inizi del Cinquecento, per poi protrarsi con alterne vicende (almeno) fino ad Alessandro Manzoni.

Quale fu la questione della lingua nel 700?

Nel Settecento, l'Accademia dei Pugni aveva ripudiato la Crusca aprendosi totalmente alle contaminazioni esterofile, mentre quella dei “Granelleschi” propugnava una lingua che si rifacesse fedelmente ai modelli del '300 e del '500.

Quale tesi prevale la questione della lingua?

Tre tesi si scontrano tra di loro. La più organica ed articolata, che risulterà vincente, è quella di Pietro Bembo, esponente cardine della letteratura del Rinascimento. ... Tra questi, il Bembo esalta non Dante, ma Petrarca per la poesia e il Boccaccio per la prosa.

Cosa sosteneva Bembo?

Bembo propone un modello letterario per il volgare basato sui modelli letterari del fiorentino trecentesco. Le tesi antibembiane propongono un modello alternativo basato sul fiorentino parlato ed aperto ad altre influenze.

In che cosa consiste la soluzione linguistica manzoniana?

Secondo Manzoni, l'unica soluzione possibile era far coincidere l'italiano col fiorentino dell'uso. Esattamente come era successo per il francese con il parigino, e per il latino con Roma.

Perché Manzoni ha scelto il fiorentino?

La lingua: Come lingua per la sua opera Manzoni sceglie il fiorentino parlato dalle classi colte, perché era considerato la vera lingua italiana per eccellenza, quella che era sempre stata centro della cultura e degli scambi culturali e intellettuali italiani.

Quale fu la proposta che emerse nel dibattito sulla questione della lingua?

La proposta che ebbe maggior successo nella considerazione dei letterati successivi fu quella del Bembo, che venne ripresa dall'ACCADEMIA DELLA CRUSCA, che stilò il "Vocabolario della Crusca" in cui erano riportati tutti i vocaboli da usare lecitamente (ovviamente attinti alle opere degli scrittori toscani del Trecento ...

Come si parlava nel 1700?

Ovunque il francese si diffuse come lingua delle classi colte. Nel 1700 la Francia era la più potente nazione d'Europa. ... In Russia, già Pietro il Grande e poi Caterina II gareggiavano per avere artisti, letterati e precettori francesi che formassero le loro classi dirigenti.

Quale fu l'ideale linguistico di Machiavelli?

Machiavelli sottolinea poi che nello scrivere bisogna preferire il fiorentino agli altri dialetti perché è la lingua parlata più vicina a quella letteraria ormai impostasi come modello.

Quale lingua viene studiata nuovamente nel Rinascimento?

Nel corso di questo processo, gradualmente il volgare diventa l'italiano. Il nome da dare alla lingua – volgare, fiorentino, toscano, italiano – è il tema canonico della questione della lingua ai suoi esordi, ed è il portato del policentrismo culturale e linguistico e della mancanza di unità politica della Penisola.

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