Quanto dura il contagio da mononucleosi?

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Quanto dura il contagio da mononucleosi?

Quanto dura il contagio da mononucleosi?

La mononucleosi è contagiosa dal momento in cui compaiono i primi sintomi, mentre non è contagiosa nella fase di incubazione. La durata della contagiosità è variabile: se nella grande maggioranza dei casi il virus viene eliminato in poche settimane, in alcuni soggetti può permanere nella saliva anche per molti mesi.

Come faccio a capire se ho ancora la mononucleosi?

I sintomi prevalenti della malattia sono:

  1. astenia: debolezza e senso di spossatezza.
  2. febbre elevata: fino a 39- 40° C, con sudorazione durante la notte.
  3. ingrossamento dei linfonodi: specialmente quelli del collo, sotto le ascelle e nel basso ventre; si ingrossano e risultano dolenti.

Cosa è la mononucleosi?

  • La mononucleosi è una malattia, contagiosa, acuta ed infettiva, che colpisce l’organismo in seguito alla trasmissione di un virus: il responsabile della mononucleosi è infatti il virus di Epstein-Barr (EBV) scientificamente noto come Human herpesvirus 4 (HHV-4), un virus a DNA appartenente alla famiglia degli herpesvirus.

Quali sono i sintomi della mononucleosi infettiva?

  • Di là dalle tipiche alterazioni ematologiche, in corso di mononucleosi infettiva sono frequenti diverse alterazioni, soprattutto a carico di milza e fegato. La milza, ingrandita e palpabile, può presentare segni aspecifici, come emorragie sottocapsulari.

Qual è il quadro più comune di una persona affetta da mononucleosi?

  • Generalmente, il quadro clinico più comune di una persona affetta da mononucleosi è molto simile a quello di una qualunque persona affetta da faringite o sindrome influenzale: è stato infatti riscontrato come la febbre, e l’ingrossamento dei linfonodi (principalmente quelli dell’inguine, del collo, e delle ascelle) siano i sintomi più diffusi.

Quali sono i sintomi di un esantema?

  • Un esantema, o più correttamente rash aspecifico, talora rubelliforme, altre volte scarlattiniforme, morbilliforme o urticarioide, si presenta nel 10% dei casi ed è spesso associato a terapia empirica della faringite con penicilline semi-sintetiche, come l'ampicillina.

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