Come si tassano i buoni pasto?

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Come si tassano i buoni pasto?

Come si tassano i buoni pasto?

I buoni pasto sono soggetti a tassazione e contribuzione solo per la parte che eccede euro 5,29 complessivi giornalieri ovvero euro 7 nel caso in cui gli stessi siano in formato elettronico. L'eventuale concessione dei buoni pasto nei giorni non lavorativi rende gli stessi interamente soggetti a tassazione.

Chi rimborsa i buoni pasto?

Il datore di lavoro, quindi, effettuerà un rimborso in busta paga della cifra nominale dichiarata dal dipendente.

Quanto costa all'azienda dare i buoni pasto?

Ogni buono pasto dal valore netto di 10 euro per il dipendente costerà quindi all'azienda una cifra lorda di 13,69 euro.

Come si accettano i buoni pasto?

  • Non tutti i negozi, ristoranti, bar, supermercati o alimentari accettano i buoni pasto. Per sapere se li accettano puoi chiedere direttamente in cassa, oppure telefonare prima di recarti a fare la spesa. Di solito all’entrata del negozio c’è un adesivo proprio sulla porta di ingresso, con il marchio di buoni pasto accettati.

Chi ha diritto al buono pasto?

  • Hanno diritto al buono pasto sia le dipendenti del settore pubblico che privato, chiaramente se previsto dal proprio CCNL o dal proprio contratto. I buoni maturano anche durante le ore di allattamento. Non ha invece diritto ai buoni pasto durante il congedo parentale (congedo di maternità facoltativa).

Quali sono i soggetti coinvolti nella gestione dei buoni pasto?

  • Nella gestione dei buoni pasto rientrano quattro soggetti: Azienda emittente, ossia quella che stampa e vende i buoni pasto al tuo datore di lavoro; Aziende pubbliche o private che comprano i buoni pasto e li consegnano ai propri dipendenti; Dipendenti, che usano il buono pasto nei negozi convenzionati;

Quali sono i buoni pasto di vario importo?

  • Esistono buoni pasto di vario importo: di solito l’importo minimo è di 2 euro, mentre quello massimo è di 15 euro. È possibile spenderne fino a 8 alla volta, ma l’azienda può imporre altre limitazioni: per esempio che si possano spendere solo a pranzo e solo durante i giorni lavorativi (non festivi), ecc.

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