Dove si può coltivare il cotone?

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Dove si può coltivare il cotone?

Dove si può coltivare il cotone?

Il cotone viene coltivato in paesi dai climi caldi, in cui si alternano periodi di elevata umidità e altri molto aridi, necessari alla fase di maturazione. Le zone del mondo in cui si coltiva più cotone sono il Sud degli Stati Uniti, l'America Meridionale, l'Africa settentrionale e occidentale, l'Asia centrale.

Come si raccoglie il cotone?

Per raccogliere il cotone, bisogna afferrarlo alla base e rimuoverlo ruotando la manopola. La pianta del cotone non sarà pronta per iniziare subito, quindi basta prendere le palline che sono pronte e lasciare le altre per dopo. Una volta raccolto, spalmate il cotone in un luogo fresco e buio e lasciatelo asciugare.

Quando può essere coltivata la pianta di cotone?

  • Il cotone, come tutte le piante annuali, può essere messa a dimora nella seconda metà di aprile, anche nel Nord Italia, quando è ormai passato il rischio di gelate tardive. In questo periodo, è possibile coltivare la pianta di cotone a partire dal seme di cotone, seminando in cassone vetrato per poi trasferire la piantina in vasetto.

Qual è il colore del cotone?

  • Il cotone è un materiale che non ha bisogno di particolari cure e a differenza di altri tessuti come lana e seta, non viene attaccato dalle tarme. Il colore cambia a seconda della provenienza: nelle zone egiziane è giallastro, in quelle americane la fibra è bianca, mentre in quelle asiatiche ha un colore bruno-rossastro.

Qual è il ciclo vegetativo del cotone?

  • Il cotone è una pianta "annuale", con un ciclo vegetativo di circa sei mesi. Semina, crescita e maturazione. Sul terreno, arato e pareggiato, vengono disposti i semi del cotone, con una macchina seminatrice. Dopo circa tre mesi le piante sono già cresciute e hanno l'aspetto di arbusti di media altezza.

Come cresce il cotone nel mondo?

  • Produzione. Il cotone è in assoluto la prima pianta tessile del mondo. Il cotone cresce nei paesi con una stagione caldo-secca e una stagione umida (Cina e Stati Uniti producono quasi metà del totale mondiale).

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