Come si fa a visitare la diga del Vajont?

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Come si fa a visitare la diga del Vajont?

Come si fa a visitare la diga del Vajont?

Punto d'incontro per visitare la diga del Vajont Il punto di partenza si trova nel parcheggio più vicino alla diga. Il parcheggio è a pagamento ad un costo di 2,00 €/h (10,00 € l'intera giornata). Ad accogliere i visitatori una lunga fila di bandierine colorate appese lungo la staccionata.

Quando si può visitare la diga del Vajont?

Le visite lunghe alla diga del Vajont vengono effettuate tutte i giorni fino al 2 novembre. Costano 10 euro (5 euro per ragazzi sotto i 14 anni) ed è necessaria la prenotazione, mentre quelle brevi si fanno solo il sabato e la domenica a settembre, e la domenica a ottobre e costano 5 euro.

Come si chiama il paese della diga del Vajont?

La diga del Vajont sorge nel territorio di Erto e Casso. La diga è tristemente nota per il disastro che nella notte del 9 ottobre 1963 portò via la vita di 1910 persone e spazzò via il paese di Longarone.

Come arrivare sotto la diga del Vajont?

Se non siete automuniti ma volete comunque visitare la diga del Vajont potrete arrivare tramite la linea extraurbana n. 69 (Claut-Longarone-Belluno) della ATAP scendendo alla fermata “Erto-Casso” e proseguendo poi a piedi per poco più di 1 Km.

Che cosa fu il disastro del Vajont?

Il disastro del Vajont si verificò la sera del 9 ottobre 1963, nel neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont nell'omonima valle (al confine tra Friuli e Veneto), quando una frana precipitò dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del bacino alpino realizzato con l'omonima diga; la conseguente ...

Quanti morti ha fatto la diga del Vajont?

2000 Alle ore 22.39 del 9 Ottobre 1963 un versante del Monte Toc franò sopra il neo-bacino idroelettrico del Vajont, provocando la tracimazione di parte dell'acqua contenuta nell'invaso.

Perché hanno costruito la diga del Vajont?

Lo scopo della diga era di fungere da serbatoio idrico di regolazione stagionale per le acque del fiume Piave, del torrente Maè e del torrente Boite, che precedentemente andavano direttamente al bacino della Val Gallina, che alimentava la grande centrale di Soverzene.

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