Che vuol dire timballo?
Che vuol dire timballo?
consiste di uno sformato di pasta o di riso, condito a strati di ragù varî e avvolto in una crosta di pasta frolla (o anche, spesso, collocato in una tortiera o altro recipiente); regionalmente il nome è dato, per es., al pasticcio di maccheroni o di lasagne, e al sartù di riso.
Che differenza c'è tra lasagne e timballo?
Il timballo appartiene alla categoria gastronomica dei «pasticci» (vivanda rivestita di sfoglia e cotta al forno). Alla stessa categoria appartengono le cosiddette «lasagne» e qui è indispensabile uscire da ogni possibile equivoco.
Dove nasce il timballo?
Le prime tracce di questo tipo di preparazione risalgono infatti all'antica Roma. La caratteristica principale è l'involucro di pasta, che poteva contenere carni, crostacei, pesci o frutta e talvolta anche i ripieni salati che venivano completati da un velo di crema, abbinando il dolce al salato.
Dove nasce il sartù di riso?
Le sue origini risalgono al 1700, precisamente al periodo in cui a Napoli regnava Ferdinando I di Borbone, re delle Due Sicilie, detto anche il re Lazzarone. Il riso arrivò per la prima volta nella città partenopea alla fine del XIV secolo, dalla Spagna, nelle stive delle navi degli Aragonesi.
Chi ha inventato il sartù di riso?
Il sartù nacque probabilmente dalla necessità di adattare questa pietanza al gusto di corte, sotto l'influenza della regina austriaca Maria Carolina. I monsù, cuochi francesi di corte, crearono nel Settecento questo piatto, arricchendo il riso con numerosi ingredienti e mascherandone il sapore con la salsa di pomodoro.
Cosa significa sformato in cucina?
s. m. Preparazione gastronomica costituita da pasta o riso, carni, verdure, formaggi, con condimenti varî, cotta in uno stampo al forno o a bagnomaria e servita, a seconda degli ingredienti, come primo piatto, come contorno o piatto di mezzo (portata in tavola dopo essere stata «sformata» in un piatto di servizio, ...
Come non far attaccare lo sformato?
il trucchetto in più: oliare o imburrare la teglia e versarci sopra due cucchiai di pangrattato da far scivolare su tutto il fondo e i lati della teglia in modo da creare una sorta di rivestimento sul quale versare il composto del dolce.
Perché si chiama sartù?
La parola “sartù” deriva da una storpiatura ad opera del dialetto napoletano del termine “sor tout” (letteralmente “copri tutto”) che sta ad indicare uno speciale “soprabito o mantello”: in questo caso si riferisce al pangrattato che, come un mantello, appunto, ricopre il timballo di riso.
Che significa sartù?
– Nome dato a Napoli a uno sformato di risotto, portato in avanzata cottura nel sugo di ragù (salsa di pomodoro, carne di manzo o di maiale, strutto) e condito con polpettine di manzo, salsiccia a pezzi, uova sode, piselli, provola affumicata, finito di cuocere in stampo al forno; caratteristica la crosta esterna ...