Perché si chiama maieutica?

Perché si chiama maieutica?
maieutica Dal gr. μαιευτική [τέχνη] «[arte] ostetrica», «ostetricia» (deriv. da μαῖα «mamma, levatrice»). Espressione con la quale Platone indica nel Teeteto (➔) quella che si potrebbe considerare la pars construens del metodo socratico fondato sul dialogo.
Cos'è l'arte della maieutica?
La maieutica era, per gli antichi Greci, l'arte di far nascere i bambini. Il filosofo greco Socrate ha utilizzato questo termine per descrivere l'arte di far emergere la verità dalle persone attraverso il dialogo, l'ascolto empatico e le domande.
Come si sviluppa l argomentazione socratica?
Dopo aver chiesto all'interlocutore di pronunciarsi esplicitamente e chiaramente su ciò che ritiene vero attorno a un certo tema, Socrate procede derivando, da quello che l'interlocutore ha fissato come punto d'avvio, delle conseguenze, delle quali l'interlocutore non era chiaramente consapevole.
Chi esercita la maieutica?
La maieutica: Socrate ostetrico dell'anima La Maieutica, dal greco “Maieutiké” (téchne), è l'arte ostetrica, cioè quella praticata dalle levatrici nell'assistenza alle donne nel loro periodo di gestazione. Socrate, nel dialogo platonico Teeteto, afferma di esercitare questa particolare arte.
Chi parla della maieutica di Socrate?
La maieutica di Socrate è il metodo operato dal filosofo, attraverso il dialogo, per aiutare chi si pone la domanda (cos'è?), a trovare la luce della verità, autonomamente. L'arte maieutica viene fatta enunciare da Socrate in uno dei dialoghi più importanti scritti da Platone: il Teeteto.
Che cosa intende Socrate per virtù?
Per Socrate la virtù è conoscenza: l'uomo che conoscesse la giustizia sarebbe dunque un giusto, come l'uomo che conosce la matematica è un matematico.
Qual è l'origine è il significato del non sapere socratico?
Socrate attraverso l'ironia (una forma particolare di dialettica) confuta le convinzioni dell'interlocutore: nei dialoghi chiede all'interlocutore di spiegargli la sua verità, poiché lui “sa di non sapere” (ironia proviene dal greco eironeia, che vuol dire appunto “finzione”).